La Carosello al Tour Music Fest – Intervista ad Dario Giovannini direttore Generale Carosello Records
Skunk Anansie, Mina, Vasco Rossi, Miguel Bose’, MogolAudio2…sono solo alcuni tra i nomi che la Carosello Record produce e cura, eppure da sempre dimostrate un interesse anche nei confronti delle nuove proposte, interesse confermato dalla vostra adesione alla giuria finale del Tour Music Fest. Perche’?
Penso che il talent scouting sia la più importante risorsa a nostra disposizione per poter in qualche modo contrastare il dominio delle multinazionali.
La voglia di lavorare progetti nuovi curandoli nei minimi dettagli credo sia insita nel dna della Carosello. Pensiamo che solo supportando a tutti i livelli (artistici, promozionali, live, gestione quotidiana) un nuovo artista si possa dare futuro alla musica in italia.
Ci sentiamo come una forte realtà della serie A italiana di calcio, penso alludinese, allatalanta, al palermo che deve per forza di cose dare spazio e far crescere i prodotti del settore giovanile, non potendo contrastare le capacità economiche dei grandi club.
– La Corosello ha una lunga storia…come e’ nata?
La Carosello ha una storia iniziata esattamente 50 anni fa. Questanno festeggiamo il 50esimo anniversario della nascita. Credo sia un risultato straordinario che unetichetta indipendente abbia attraversato le epoche restando sempre però un baluardo dellitalianità e dellindipendenza.
Questo è un merito che va dato alla famiglia Gramitto Ricci, proprietari delletichetta discografica e del gruppo editoriale Curci, che ha sempre messo la passione per la musica in cima a tutto.
– Come sono cambiate le modalita’ produttive negli ultimi anni?
Credo siano cambiate molto. Soprattutto grazie alle nuove tecnologie i ragazzi si sono molto evoluti sotto tutti i punti di vista. Se prima arrivavano musicassette da ascoltare con il titolo scritto a penna, oggi i ragazzi curano ogni dettaglio presentando alla casa discografica molto spesso un progetto con una propria identità anche a livello di art work.
Quello che noto, però, è che cè ancora una maggiore fretta. Ovvero molti si sentono già degli artisti fatti e finiti, senza sapere che i più grandi musicisti, cantautori della storia italiana prima di esplodere hanno dovuto fare molta, molta gavetta, studiando, provando, suonando anche su palchi improvvisati. Sono convinto che il talento esista ma senza allenamento non serve a niente.
– Qual’e’ la cosa che piu’ interessa a un discografico del tuo calibro quando cerca novita’ musicali?
Devo emozionarmi. Come tutte le persone. Magari allinizio non distinguiamo con precisione cosa ci fa emozionare, ma sicuramente (almeno a me capita così) ci devessere qualcosa che ci colpisce.
A me succede così, solitamente al primo, massimo secondo ascolto mi viene la pelle doca
che sia una hit radiofonica, che sia un brano meditato devo sentire che cè qualcosa.
– Come valuterete i finalisti Tour Music Fest? cosa ti colpisce di piu’?
Bè sicuramente con grande attenzione. Conosco il Tour Music Fest e sono molto contento di potervi partecipare. Quello che mi colpisce di più è vedere sempre ungrande entusiasmo negli occhi dei ragazzi che partecipano a questa manifestazione
il fatto che credano a un sogno è veramente la cosa più bella.
– Che consigli vuoi dare a coloro che vogliono confrontarsi oggi con il mondo della musica?
Innanzitutto, che non è un gioco. Come in tutti gli aspetti della vita serve grande impegno, disciplina, sincerità con se stessi. La musica devessere una passione che va coltivata, studiata e si deve avere grande umiltà nel rapportarsi con tutti quelli che fanno parte di questo mondo.
-Se in finale dovessi trovare qualcosa di veramente interessante, lo produrresti?
Se ci dovesse essere qualcosa di emozionante sarebbe la gioia più grande.