VOCE E ANIMA: IL LAVORO DELL’INTERPRETE
Siamo con i fratelli Amati, produttori musicali tra i più attivi in Italia. Spesso diamo la voce ai docenti che ci parlano di come interpretare un brano. Loro danno consigli in queste direzioni, quindi voce, anima, interpretazione.
Voi siete dall’altra parte della barricata, ossia dalla parte di chi fattivamente propone pezzi per un artista. Come lavorate?
Il modo di lavorare alla composizione di un brano, oggi, è molto diverso rispetto a qualche anno fa. Una volta se pensavi ad un artista ti concentravi sul suo mondo, ovvero: di cosa ama parlare nei suoi testi? Qual è la sua estensione e quali sono le sue note migliori? E via di seguito fino al più piccolo particolare tecnico. Fino a qualche tempo fa, però, avevi anche concrete possibilità che quellartista potesse davvero ascoltare, valutare e magari prendere il brano proposto. Oggi, con la crisi discografica, tutti si sono chiusi a riccio, ogni artista ha il suo nucleo di lavoro ed è, comprensibilmente, poco incline a far entrare elementi nuovi, quindi non vale più la pena di seguire certe regole. Oggi i brani li scriviamo principalmente per noi, ovvero gli artisti siamo noi, se un brano ci piace tutto è ok, se poi piace anche a qualche altra persona, bene, ne siamo felici, altrimenti non ne facciamo certo un dramma.
Quali devono essere le prerogative di un interprete?
Questa è la domanda delle cento pistole! Non si può rispondere senza sbagliare poiché in questo campo tutto è soggettivo. Diciamo che, per noi, un interprete dovrebbe fare un po’ come ha fatto Picasso nella pittura, studiare i modelli esistenti per poi disgregare il tutto in frammenti che vanno ricomposti e ricondotti, non alla tecnica ma al cuore, principalmente il proprio, poiché quando si convince se stessi (ma davvero nel profondo) allora si convince (e facilmente) anche gli altri.
Da anni scegliete gli interpreti per i vostri brani…ma scegliete le voci o le persone? Come lavorate da questo punto di vista? Cosa vi colpisce di più?
Guarda, noi amiamo molto il merito, ma non il merito esclusivamente tecnico, la nostra valutazione è articolata e tiene conto di tante cose, molte delle quali inerenti la persona e le sue doti umane oltreché professionali. Diciamo che se uno è bravissimo tecnicamente ma come persona è uno str****, con noi difficilmente lavora.
Mogol ha sempre sostenuto che di Battisti di certo non l’ha colpito la voce, ma piuttosto il sorriso…Ma quelli erano gli anni sessanta e settanta. Come funziona oggi?
Oggi funziona esattamente come allora, siamo uomini, cambiano le mode e le contingenze ma le cose sostanziali non cambiano. Però in questa battuta di Mogol cè una cosa che ti fa capire quanto si diceva prima sulle ampie differenze di valutazioni personali. A Mogol colpì più il sorriso che la voce di Battisti, a noi, in base a ciò che si diceva prima su Picasso, la voce di Battisti avrebbe colpito, e molto… Sicuramente più del sorriso (che pure era genuino).
Un brano nasce su interprete o a seconda dell’interprete scrivete il brano?
Per un professionista sono valide ambedue le cose.
Qual è la cosa che più vi colpisce ascoltando la prima volta un giovane interprete?
Altra domanda soggettiva che però non può essere incanalata in uno schema. Ogni persona può avere una freccia diversa al proprio arco, se proprio dobbiamo rispondere diciamo la riconoscibilità.
Come Apbeat sceglierete il vostro interprete durante la finale TMF. Quali consigli volete dare a chi si vuole far notare?
Guarda, prima di tutto diciamo che linterprete abbiamo deciso di non sceglierlo noi per un senso di profondo rispetto verso la giuria; crediamo sia doveroso rispettare i professionisti che sono li proprio per fare questo lavoro, sceglieranno quindi i giurati. Il consiglio che invece diamo a chi vuol farsi notare è di seguire esattamente la strada inversa, ovvero quello di farsi notare il meno possibile, non creare problemi umani e professionali alle persone con cui si sta lavorando, studiare (soprattutto per se stessi e non per far vedere agli altri quanto si è bravi) e imparare prima possibile le regole e letica professionale. Chi farà così, magari vedrà qualcuno passargli avanti nel breve, ma poi, nel lungo termine, potrà togliersi tantissime soddisfazioni, poiché in questo lavoro (ma in generale nella vita) non conta arrivare prima di un altro, quel che conta è rimanere e poter lavorare più a lungo possibile.