Musicista, produttore, coach ai Music Camp e giurato TMF, ha collaborato con artisti del calibro di Nek, Ivan Graziani, Loredana Bertè, Simone Cristicchi e Frankie Hi Energy.
Com’è nata questa esperienza? Come coniughi le due attività?
In realtà sono diventato produttore perchè come musicista avevo già una lunga esperienza, mi spiego: suonando in tournee e conoscendo tanti artisti, musicisti, tecnici ecc, ho iniziato a interessarmi anche alle altre maestranze. In studio di registrazione stavo sempre dietro ai fonici, a sbirciare il loro lavoro e – badate bene – si tratta di fonici storici che hanno fatto canzoni memorabili, dei capolavori tra cui “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla, tutti gli album di Venditti, insomma veri e propri maestri del suono che hanno lavorato anche con Pino Daniele.
Lo stretto contatto con questi mostri sacri del suono mi ha aiutato a non soffermarmi solo sul mio strumento e ad ampliare le mie prospettive e i miei orizzonti, crescendo molto.
È stato uno stimolo fondamentale che si è unito al lavoro sui palchi, grandi palchi insieme a grandi artisti, è così che ho guadagnato la stima e la fiducia non solo dei colleghi già affermati, ma anche dei gruppi emergenti. Così hanno iniziato a rivolgersi a me.
Con l’esperienza live, la stima dei colleghi, rubando i consigli di esperti proprio della “fattura” del suono, ho iniziato a confrontarmi con il mondo della produzione, della composizione e dell’arrangiamento e ho iniziato anche questa esperienza, difficile ma bella.
Certo il fatto di unire due ruoli così , spesso addirittura messi in contrapposizione tra loro, ti dà una marcia in più sia come musicista che come produttore.
Beh si, come produttore metto tutto a disposizione dell’artista: il tempo e l’esperienza, le mie strutture, conosco il lavoro e so di cosa un musicista e un cantante hanno bisogno, sia per comporre che per sviluppare un pezzo o un album.
Certo è un ruolo difficile e delicato, da cui però ho imparato molto anche per il mio lavoro di musicista. Spesso uno si lega ai propri brani, alle proprie creazioni perchè le riempie e unisce a emozioni forti, vissuti personali e così via. Magari pensa di avere tra le mani il brano del secolo, invece poi all’esterno comunica poco. Spesso è altrettanto duro per me far capire questo ai ragazzi che si fanno ascoltare.
Da questo ho imparato tanto per il mio lavoro di composizione. Quando compongo infatti ho imparato a confrontarmi con il produttore per avere un lucidità per capire se è veramente un pezzo logico, emozionante, penetrante, in questo i miei due ruoli si uniscono. Consiglio a molti di fare questa esperienza.
Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni sia artistiche si produttive?
Come musicista, a parte il fatto di aver messo le batterie nei dischi di Nek -sia in live che in studio- per un album che ha venduto 5 milioni di copie, sicuramente non posso non citare uno dei miei riferimenti più importanti: Ivan Graziani, suonare e collaborare con lui è stato un viaggio, come stare sul palco con Loredana Bertè, un mito assoluto. Quando da giovane hai dei miti e poi ti trovi dopo anni a suonare con loro è un’esperienza incredibile!
Come produttore invece la soddisfazione più grande a livello indie è aver vinto il primo premio come miglior prodotto indipendente 2006 con Scarlatto, che è un progetto in acustico molto molto interessante.
Cosa ci dici invece del Tour Music Fest?
Sono contento di farne parte, di insegnare agli stage e di essere giurato. Sono rimasto molto colpito fin dal primo momento. Per me è bellissimo incontrare gli artisti perchè mi trasmettono la gioia, la dedizione e l’attenzione che mettono in questa esperienza.
Sono sempre incontri interessanti, in parliamo di musica e passione, ma anche di tecnica, lavoro e delle dinamiche del mercato discografico.
Iniziative come questa sono interessanti perchè rappresentano una vetrina interessante.
Passiamo ai consigli: cosa deve fare un giovane musicista per sfondare nel mondo della Musica?
Innanzitutto deve darsi un bel periodo indispensabile di studio. È importante dedicare il tempo alla musica, qui non ti regala niente nessuno, e poi mettersi in gioco e confrontarsi con le altre realtà. Questa anche è un cosa importantissima! Quando sono uscito dal mio guscio, già considerato bravo, e ho iniziato a confrontarmi con i grandi, ho capito che dovevo crescere ancora, studiando, lavorando, e continuare veramente a mettermi alla prova e a “giocare” con gli altri. Poi se si incontrano scogli, beh, ogni scoglio è un’esperienza, l’importante è non fermarsi di fronte a nulla, e non scappare dalla sfida e dal confronto.
Ringraziamo Valter che ritroveremo presto alla Decima Edizione del Tour Music Fest e ai Music Camp!
We love your music!