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Intervista al Maestro Nico Drammissino: Il lavoro del Musicista

Intervista al Maestro Nico Drammissino: Il lavoro del Musicista

Pianista, tastierista, hai lavorato con alcuni grandissimi della musica italiana da Giorgia a Bocelli, da Patty Pravo a Elio e le storie tese, all’orchestra di San Remo.

Come e’ il lavoro del musicista?
A questa domanda mi viene da sorridere, poiché molti non lo considerano un vero impiego, ma un hobby; non rendendosi conto del duro lavoro che c’è, ad esempio, dietro un esibizione live! E’ difficile combattere questo stereotipo. Noi abbiamo la fortuna di essere pagati per fare ciò che ci piace e purtroppo non è da tutti combaciare lavoro e passione. E’ una bella professione, sei sempre carico di adrenalina e pieno di idee, non vedi l’ora di iniziare a suonare. Conosci persone meravigliose, aperte e disponibili, da cui puoi sempre imparare tanto, sia professionalmente che umanamente, ma è come vivere in un mondo parallelo… Per intraprendere questa strada devi essere pronto a fare molte rinunce, devi studiare da piccolo e suonare e perfezionarti da grande senza smettere di crescere artisticamente. Devi imparare a vivere di notte oltre che di giorno, a viaggiare molto; e cosa difficile da accettare per molti, ma tutte le mattine ti svegli felice e ansioso di andare a lavorare.

Cosa consigli a chi volesse come te intraprendere la strada della musica suonata?

Ti rispondo citando L. Bakalow : ” Studiate tanto, ma quando siete su un palco, dimenticate tutto ciò che avete studiato e suonate…”
Chi vuole intraprendere questa strada, deve sapere che è un mondo affascinante, ma contemporaneamente duro. Devi studiare tanto, essere veramente pronto a tutto, poiché la musica ha varie sfaccettature, quindi per essere completo devi essere versatile e saperle affrontare tutte. Devi confrontarti sempre con gli atri musicisti, soprattutto con chi ne sa di più, e assimilare tutto il possibile. Suonare sempre, tutto e ovunque, dal piano bar al liscio, anche se ti può sembrare lontano anni luce da quello che vorresti fare. Nella vita ti serve tutto e devi farti trovare pronto, senza, sentirti superiore, ma essere umile, sempre umile e pronto ad imparare. Devi accettare che spesso sei l’ultima ruota del carro e imparare a non rimanerci male; che i soldi possono essere pochi e non sempre sicuri; che sarai un”musico ambulante” come diceva Concato; ma quando sei lì, sul palco, qualunque palco, che sia Sanremo o un semplice pub, e si accendono le luci, senti l’adrenalina e la tensione che scorrono nelle vene, emozionato e felice perché stai realizzando il sogno e lo scopo della tua vita, e vieni ripagato di tutti i sacrifici fatti.

Come giurato di tutte le edizioni del Tour Music Fest, hai avuto modo di vedere tutti, veramente tutti i partecipanti alle varie edizioni. Cosa hai visto? Cosa ti ha colpito?

Mi sono trovato a collaborare con il Tour Music Fest quasi per caso, è un’organizzazione seria, che in questi 3 anni è cresciuta veramente tanto. Un’ organizzazione composta da persone che credono realmente nei valori della musica e cercano di creare qualcosa di nuovo, difficilmente corruttibile, creata da chi ama la musica e non il guadagno, anche se necessari per poter fare qualcosa di nuovo per la musica emergente. La cosa che più mi ha colpito è stato l’entusiasmo con cui affrontano i provini o gli stage, entusiasmo puro, che non deriva dalla speranza di diventare famosi, ma dalla voglia d’imparare, di migliorarsi, confrontarsi e di crescere, accettando in maniera costruttiva critiche e consigli, sia degli addetti ai lavori, che tra i ragazzi stessi, senza competizione. Fortunatamente in Italia il talento c’è, forse a volte ancora acerbo, ma non possiamo certo dire che siamo un paese spento, anzi lo stupore in questi 3 anni è stato proprio il vedere le diverse tipologie di persone che si sono presentate ai provini, tutti con la stessa energia e voglia di potersi esprimere…

Quest’anno il Tour Music Fest ha aggiunto una categoria intervamente dedicata ai musicisti…che ne pensi?

Sono molto contento che in Italia finalmente ci sia qualcuno che abbia deciso di considerare singolarmente questa categoria, che è stata sempre subclassata al cantante o da cornice ai festival , anche se senza i musicisti la musica non esiste, ma evidentemente per molti questo è sempre stato relativo.
Al Tour Music Fest i ragazzi hanno la possibilità di farsi sentire da gente addetta ai lavori, che hanno esperienza attiva da musicisti e quindi possono correggere, consigliare e indirizzare nel modo giusto i partecipanti; e poi chi può dirlo, magari incontreremo dei veri talenti nascosti!

Cosa suggeriresti a i futuri partecipanti a questa categoria?
La musica deve trasmettere emozioni e quindi devono essere per prima loro a lasciarsi trasportare. Ricordassero che la tecnica non è importante se fine a se stessa, e che il vero musicista si vede nell’esprimere forti emozioni facendo cose relativamente semplici. Consiglio di non prenderla come una competizione, anche se lo devono fare sempre con il massimo impegno, ma prenderla come un confronto, un ulteriore esperienza, sia artistica che umana, che porterà sicuramente ad una crescita…

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