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Intervista alla casa discografica MESCAL (Afterhours, Subsonica,Modena City Ramblers)

Intervista alla casa discografica MESCAL (Afterhours, Subsonica,Modena City Ramblers)

La Mescal e’ nata negli anni Novanta per tutelare I musicisti emergenti e poi ha lanciato sul mercato artisti come Afterhours, Subsonica, Cristina Dona’, Modena City Ramblers e altri…


La Mescal e’ nata negli anni Novanta per tutelare I musicisti emergenti e poi ha lanciato sul mercato artisti come Afterhours, Subsonica, Cristina Dona’, Modena City Ramblers e altri…perche’ dedicarsi proprio alla musica emergente?

Perche’ quando siamo nati come management c’erano alcuni artisti di valore che non erano presi in considerazione, ingiustamente. Tipo I Modena City Ramblers, per esempio, perche’ troppo politicamente scorretti, oppure i Subsonica, perche’ troppo di nicchia…
All’inizio lavoravo con Ligabue, per cui abbiamo “sfruttato” il suo nome per proporre alle major alcuni prodotti interessanti, ma continuavamo a non avere riscontro, anche se cio’ che proponevamo erano artisti del calibro di La Crus, Massimo Volume e Modena City Ramblers, artisti evidentemente troppo difficili per allora. Da li’ e’ nata l’idea di iniziare a sfidare il mercato, e produrre. Da li’ e’ nata la Mescal come etichetta.
Afterhours, Massimo Volume, cristina Dona’, Subsonica…io ci credevo tantissimo male major non mi davano retta, sembravano poco “vendibili”…sai le volte che mi sono sentito dire “Dove vuoi che vadano?”. Ma io ci credevo e soprattutto avevo tirato su una squadra ostinata…E ce l’abbiamo fatta.

Insomma il tuo messaggio sembra essere: insistere!
Insistere e non perdere la voglia, se tu credi in una cosa, in un artista, devi trovare la strada. A me ad esempio piu’ che i dischi mi interessavano i progetti, con attenzione soprattutto ai live, elemento molto importante per capire cosa puo’ dare un gruppo.
Ho dovuto lottare molto, e questo ha fatto si’ che un gruppo di artisti riuscisse a crescere nella sua complessita’. Spingendo su tutto…cosa che oggi cercano di fare le major, perche’ questo e’ il modo per fare musica nel 2010!
Strategia assolutamente vincente quindi, nata da una squadra di ostinati.

E nel 2005 la Mescal realizza un primato ad oggi ineguagliato in Italia per un’etichetta indipendente: avere due dischi contemporaneamente nei primi 12 posti della Classifica di vendita Fimi/Nielsen (Ballate per piccole iene – Afterhours & Appunti Partigiani – Modena City Ramblers)
Qual e’ oggi il panorama?

Beh, il disco e’ in crisi, questo e’ indubbio, ma c’e’ lo sviluppo del web e quasto sta positivamente influenzando il mercato, portando al superamento dell’apice della crisi che a mio parere e’ stato toccato verso il 2005. Allora era difficilissimo piazzare un disco sul mercato, e il progetto ne risentiva molto. Oggi lo sviluppo di internet sta aiutando tantissimo. La crisi quindi c’e’ stata, ma ora la situazione si sta nettamente risollevando e questo 2010 e’ iniziato con l’ottimismo. Ci rendiamo conto delle potenzialita’ di internet? Si tratta di un mondo musicale completamente da scoprire. Avere sempre piu’ gente che puo’ anche comprare su internet consente di dare vita a un approccio nuovo. Ora bisogna ricominciare, ma in un altro modo con un approccio diverso perche’ sei davanti a un pubblico intelligente, esigente….

Quali consigli vuoi dare ai giovani emergenti partecipanti al tour Music Fest 2010 per affrontare questo pubblico e il nuovo contesto musicale italiano?
Chiunque puo’ avere qualcosa da comunicare: c’e’ chi ha delle doti particolari, talento, musicalita’, bella voce e riesce a fare delle cose sue. L’importante e’ comunicare, dire qualcosa, poi se per farlo fai musica folk, rap, rock, ska, reggae, questo non importa, il genere se hai qualcosa da dire, diventa marginale.
Vediamo innanzitutto se c’e’ uno spessore. Se una canzone regge anche solo chitarra e voce, reggera’ ancor piu’ gli orpelli, poi devi riuscire a dire qualcosa, questo e’ l’importante. Cerchiamo di essere noi stessi e sforziamoci di scrivere e parlare del mondo che vive dentro di noi…

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