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L’importanza della postura per i musicisti: Intervista a Cristina Franchini di MEDART: MEDICINA PER ARTISTI

L’importanza della postura per i musicisti: Intervista a Cristina Franchini di MEDART: MEDICINA PER ARTISTI

Saper suonare uno strumento musicale, che isa la chitarra, la batteria o il pianoforte, significa anche farlo con una postura corretta. Per chi vuole poi fare del musicista la sua professione, la postura diventa fondamentale.

Quali rischi corre un musicista dal punto di vista della postura?
La postura: termine interessante e talvolta abusato. Non si tratta di una posizione rigida, ma di una configurazione dinamica che cambia di momento in momento in base alle esigenze specifiche ed alle proprie sensazioni. Per il musicista la percezione globale della propria postura è un elemento importante. Egli necessita di una totale consapevolezza del proprio corpo, e del corpo rapportato allo strumento, per ottenere una perfetta esecuzione. Si possono quindi configurare un atteggiamento posturale corretto ed un atteggiamento posturale scorretto. In quest’ultimo il musicista può incorrere e da ciò possono derivare sovraccarichi funzionali e difficoltà a suonare. Nel tempo questo può favorire vere e proprie sofferenze fisiche come contratture, dolori, tendiniti e/o compressioni nervose.

Cosa bisogna fare quando cominciano a insorgere i primi disturbi?
Il comportamento corretto è quello di ‘prevenire’, di agire molto prima che i disturbi insorgano.
Purtroppo, per alcuni questo non è semplice e a volte non più possibile. In questo caso è importante identificare il tipo di disturbo, che può non essere ancora un vero problema medico, rivolgendosi al proprio maestro o ad un collega esperto.
Il musicista deve capire che l’esecuzione reiterata di un atto, comporta piccole ed impercettibili modificazioni (sbilanciamenti, pressioni diverse, contratture) che dopo un certo tempo diventano veri e propri errori posturali. Sono questi gli elementi che portano lentamente ai sovraccarichi funzionali ed alle patologie ad essa correlate.

Come prevenire questi rischi fin dall’inizio?
La prevenzione inizia nei Conservatori, nelle Scuole di musica: sono queste le sedi dove il maestro e l’insegnante hanno la possibilità di educare lo studente, educazione che deve proseguire tutta la vita, anche nelle orchestre e nei teatri. In queste sedi si dovrebbero far incontrare degli esperti, nello specifico musicisti, medici, fisioterapisti, professori di scienze motorie e biomeccanica, che supportino con la loro conoscenza gli insegnanti, gli studenti e tutti i professionisti. Pochi musicisti conoscono il proprio corpo, alcuni sanno in modo impreciso come funziona, altri non hanno nessuna conoscenza di biomeccanica.
Dal 2000 stiamo conducendo uno studio epidemiologico che è stato anche la base per alcune tesi di laurea in Fisioterapia, Medicina e Musica. Sottoponiamo ai musicisti – finora oltre 250 – un questionario con domande sull’attività professionale, sulle caratteristiche personali, sulle abitudini e stili di vita e sulle conoscenze in campo biomeccanico ed ergonomico: abbiamo riscontrato come una grande percentuale di musicisti non abbia conoscenze specifiche in questo senso, non abbia basi di anatomia e ancora meno di fisiologia del proprio corpo. Medart si prefigge di mettere in relazione le diverse competenze al fine di creare una coscienza e una conoscenza che siano salutari per lo svolgimento di una professione così eccelsa e speciale come quella del musicista.

Iniziare a studiare musica in giovane età acuisce i problemi?
No, non è l’inizio precoce che pone a rischio lo studente e il musicista, ma lo sono la cattiva preparazione, l’improvvisazione di molti, l’avvicinarsi ad un’attività e ad una professione così delicata senza i giusti supporti e insegnamenti. Come ho già detto, è compito soprattutto degli insegnanti fornire questi insegnamenti basilari. Il medico è solo un consulente, un esperto indispensabile. Io mi occupo prevalentemente di patologie da sovraccarico funzionale, anche altri apparati possono creare disturbo al musicista; ci sono i problemi di udito, di vista, di dentatura, di ansia, di depressione, di respirazione, ecc.., ognuno di questi capitoli presenta condizioni direttamente correlate alla pratica musicale. Non dobbiamo dimenticare le comuni condizioni e malattie che possono influire sul musicista, ma che non derivano dall’esecuzione stessa. Qui l’elenco potrebbe essere lunghissimo. Un musicista può essere allergico a qualche sostanza, potrebbe essere uno scoliotico, avere problemi di vista come la miopia o lo strabismo. Nessuna di queste condizioni, e molte altre che non sto ad elencare, è provocata dalla pratica artistica e molte volte non la influenza nemmeno, ma il musicista è un essere come gli altri e può voler svolgere un’attività anche a scapito di alcune sue condizioni preesistenti. Lo dobbiamo aiutare anche in questo.

Può farci qualche esempio in particolare?
Non è facile fare singoli esempi di patologie o malattie, la letteratura scientifica ne è piena. Alcune condizioni che limitano la capacità di un musicista possono sembrare banali, ad esempio una tendinite, una contrattura, la causa di un dolore articolare o muscolare, una compressione nervosa al polso o alla base del collo; altre sono molto più serie e talvolta difficili da eliminare o trattare. La cosa importante è poter aiutare il musicista, sostenerlo nella sua sofferenza, condurlo alla soluzione del problema.

Quali consigli vuole dare agli artisti e musicisti per suonare senza ‘farsi del male’?

Non vorrei sembrare ripetitiva, ma la prevenzione è il punto focale.
Si parla molto di stili di vita, atteggiamenti posturali, sovraccarico, ambienti non idonei, difficoltà dei piani di studio e dei repertori. ma quello che bisogna fare è dare ai musicisti le competenze e le conoscenze adeguate per poterli aiutare. Dico “poterli aiutare” perché è molto importante il linguaggio con cui si comunica. Medici e musicisti – a meno che non svolgano contemporaneamente le due professioni – parlano linguaggi differenti. Spesso intendono la stessa cosa, ma ovviamente la presentano con gli strumenti derivanti dalle proprie esperienze e il rischio è… che non si comprendano.
Dare ai musicisti questi strumenti, ma darli anche ai medici e fisioterapisti, ecco la forza del progetto di Medart. Da molti anni mi impegno a far questo, è un percorso arduo ed in salita, ma per fortuna ho incontrato persone interessantissime con le quali fare strada assieme. Quest’estate parteciperò con altri colleghi al ‘Campus delle Arti di San Gemini’, faremo una tavola rotonda e ho in programma un corso di educazione ai corretti stili di vita all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola. Stiamo inoltre approntando un lavoro sugli adolescenti. Come vede, di cose ce ne sono da fare e bisogna farle ‘assieme’. Da soli non si costruisce nulla.
Speriamo di rivederla agli stage per Bands e Musicisti del Tour Music Fest!!

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