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PIANIST OF THE YEAR TMF 2017: INTERVISTA A GRETA CIPRIANI

Greta Cipriani, pianista e compositrice abruzzese, è “Pianist of the yaer” del Tour Music Fest 2017.

1) È stata una bellissima serata con tanti artisti bravissimi e ottima musica. Cosa ha significato per te esibirti sul palco del Piper?

Sono stata felicissima di esibirmi al Piper. Ero euforica! Tanta adrenalina addosso, credo di averla trasmessa! Suonare nel posto in cui hanno suonato miti come Pink Floyd, Kurt Cobain, David Bowie, nonché i mitici italiani degli anni, per me rappresenta un vero sogno realizzato. Le luci, l’atmosfera, il calore del pubblico, mi hanno dato un’energia indescrivibile.

2) Che cosa significa per te questo premio?

Questo premio rappresenta la possibilità di aprire porte inaspettate, la possibilità di lanciarsi nel mondo della comunicazione più vera, immediata, di farsi conoscere esattamente per quello che si è, di aprirsi finalmente ad un pubblico più vasto, di far ascoltare la propria musica a chiunque, di far valere i sacrifici e le speranze maturate finora. Spero davvero si aprano quei canali di comunicazione che ogni artista sogna. La mia musica è arrivata fin qui, dopo essermi scontrata con 200 pianisti. Sono contenta che quello in cui credo inizia ad essere riconosciuto.

3) Il Tour Music Fest è un concorso che ogni anno incontra migliaia di artisti che vengono a condividere con noi propria musica. Cosa significa per te essere arrivata in fondo al TMF?

Per me essere arrivata fino in fondo, aver vinto è la bellissima conferma di un percorso che ho iniziato da qualche anno e che mi è costato tanta ricerca interiore. Ribadisco il fatto che io sono una pianista classica, ho suonato in teatri, sale diverse e importanti con pubblici completamente eterogenei. Questo mondo per me è completamente nuovo, altre emozioni mi hanno animato. Ho vissuto anni critici alla ricerca di me stessa. Ed è un cammino che ancora sto compiendo.
Dalla serietà intimistica dei concerti classici sto passando ad un universo più adrenalinico e spettacolare, non rinunciando di certo alla mia vena più lirica, introspettiva, delicata, ma inserendola in un contesto diverso, adatto ad un pubblico dalle reazioni più immediate. Il mio bagaglio di studi è sempre con me e lo porto all’interno dei miei pezzi, ma pian piano lo sto modificando a favore di un linguaggio più “contemporaneo”, spogliato da certi tipi di schemi o strutture, che mette in luce il mio vero io, un'esplosione di paesaggi virtuosistici e tocchi lunari, divisa come sempre fra l’espressione di una carnalità tutta terrena e la delicatezza di un cielo evanescente. Minimalismo, intensità e virtuosismo tecnico-espressivo coabitano in me da sempre.
Partecipare al Tour Music Fest, il più grande festival della musica emergente e vincere il premio come Miglior Musicista mi ha fatto capire che questa è la strada giusta e che la mia musica ha bisogno di diffondersi.

4) Ci racconteresti la tua esperienza all’interno del Tour Music Fest?

Lo staff del Tour Music Fest, l’organizzazione, i giurati sono stati tutti gentilissimi e ci tenevano che l’artista si sentisse a proprio agio. Ho avuto modo di conoscere negli ultimi giorni gli altri musicisti vincitori e abbiamo stretto una bella amicizia, fatta di stima reciproca e condivisione di esperienze.
Solo nella finale ho visto i pianisti che erano rimasti a scontrarsi con me e devo dire che fra loro ho ritrovato anche un amico di vecchia data, Fabio Capriotti, e questa è stata una splendida sorpresa.
Nonostante la tensione in quel momento abbiamo dimenticato di scontrarci iniziando a confrontarci umanamente. Anche quello è stato un modo per ribadire i nostri percorsi, le nostre direzioni.
Ottimi musicisti, artisti, non possono che ispirarmi e incentivarmi.
Che dire, professionalità, serietà e anche divertimento per me in questa esperienza.

5) Perchè un artista dovrebbe partecipare al Tour Music Fest?

Un artista dovrebbe partecipare al Tour Music Fest quando sente di dire realmente qualcosa, non perché potrebbe essere il talent del momento. Certo, è sempre un modo per misurarsi, per capire a che punto si è del proprio percorso, è sempre un modo per sperimentarsi. Ma io credo che bisogna avere un obiettivo abbastanza preciso per parteciparvi. Bisogna poter dare qualcosa di unico. Io credo che il Talent, nonostante sia la forma della collettività, quindi tenda a trasmettere qualcosa di condivisibile da tutti, debba in qualche modo andare oltre il puro aspetto mercificatorio dell’arte, deve far emergere l'unicità dell'individuo, quell’emozione irripetibile che poi diventa universale, accessibile a tutti.
Il Tour Music Fest è uno dei rari esempi di Contest in cui viene presa in considerazione anche la musica emergente degli “strumentisti” veri e propri, e il mio caso ne é un esempio lampante. Mi vengono in mente chitarristi storici come Jimi Hendrix oppure ora come ora casi di pianisti estremamente fuori dalle righe come Chilly Gonzales, o magari i classici esempi di pianisti compositori a più ampio raggio, come Ryuichi Sakamoto. Io credo ci sia spazio per i sogni, di qualsiasi natura essi siano.

6) C’è qualcuno che vorresti ringraziare per questo traguardo?

Ringrazio i miei amici che la sera del 24 Novembre erano lì con me e hanno pianto quando mi hanno visto suonare. Ringrazio i miei genitori, che nonostante l’età hanno viaggiato per chilometri e chilometri per essere accanto a me. Gli stessi genitori che in quella serata hanno ascoltato la mia musica e anche il Rock, il Pop, come bambini. Ringrazio tutte le persone che credono in me, le persone del mio paese abruzzese che mi sostengono da lontano, una mia ex alunna che mi guarda dal cielo, tutti gli insegnanti del mio percorso classico che non smetto mai di apprezzare (Berman, Perticaroli, Biligova che appoggia questa mia vena eclettica, e tanti altri ancora).
Ringrazio me stessa per aver avuto il coraggio di andare anche oltre la mia formazione, di seguire una strada tutta personale. Per essermi ascoltata. Per essermi riconosciuta. Sono sempre stata un po’ribelle. Anche quando ho partecipato a corsi, masterclasses. Cercavo di prendere i consigli di artisti grandiosi ma poi avevo anche bisogno di rifugiarmi in me stessa. In fondo sono un’amante dell’autodidattismo, svicolando spesso dalle istituzioni.
Ringrazio le Arti tutte unite fra loro. La Musica, la Poesia, la scrittura che mi accompagna sempre.
Gli attori, i compositori, gli scrittori che ho incontrato. Gli artisti che incontrerò.
Ringrazio la mia voglia di sperimentare, la mia caparbietà a volte, il mio bisogno di solitudine, il mio anelito profondo di comunicare.
I miei familiari, il mio nipotino stratosferico che il giorno della finale, dopo aver ascoltato con un’attenzione rara per la sua età, scrisse sopra un foglio “Greta vince”.

Ringraziamo Greta per la disponibilità e le facciamo un grande in bocca al lupo per i suoi programmi futuri.

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