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BLOG / TMF INTERVISTE

Intervista a Paolo Romani consulente artistico EMI Italia

I TALENT SHOW HANNO ROVINATO IL MERCATO DISCOGRAFICO?

Siamo con Paolo Romani, Consulente artistico EMI Italia, ha collaborato con moltissimi artisti di calibro internazionale come Bruce Sprinsteen, Cindy Lauper, Paul Young e nazionali come Baglioni, Bertè, Fossati, Cammeriere e tanti altri.

Ora ti “intercettiamo” in tournèe con i Subsonica…ci vuoi raccontare come funziona la promozione di un artista?
Essendo da qualche anno tornato in Emi come consulente, in questi giorni mi trovi impegnato in un tour promozionale con i Subsonica, che si svolge nelle varie Fnac sparse in Italia, dove il gruppo ha un contatto vero e proprio con i fans. Per raccontare la promozione di un artista non basterebbero ore. Tante volte è come vivere una simbiosi, capire le tematiche, la psicologia dell’individuo. Il lavoro in uscita è il biglietto da visita, poi arriva tutto il resto, contatti, professionalità, serietà, puntualità e chi più ne ha più ne metta!!

Cosa vuol dire oggi lavorare per una delle più grandi etichette discografiche?
Lavorare oggi con una grande etichetta, ti rende partecipe di un cambiamento notevole, sono cambiate le metodologie di approccio al lavoro, c’è più digitalizzazione nell’uso della musica. Senza però, almeno per me, dimenticare gli insegnamenti.

Come e dove scegli e vai a cercare le proposte interessanti per eventuali produzioni?
Devo dire che ancora uso il vecchio metodo: prendo e vado ad ascoltare concerti di band e autori sconosciuti, mi stimola moltissimo. Non sono molto per Myspace, il sudore mi piace vederlo da vicino, anche se i mezzi di condivisione sono ben accetti. E poi ricevo decine di promo all’anno, che vengono assolutamente ascoltate (non si sa mai).

Pensi che i talent show abbiano rovinato il mercato discografico italiano?
I talent credo che siano positivi a seconda dell’’uso e consumo che se ne fa, ma credo anche che non siano la verità assoluta. Hanno il potere della visibilità e questo li rende più appetibili. Non credo che abbiano rovinato il mercato discografico, grazie ai talent le classifiche dopo tanti anni hanno riscoperto i giovani, le radio passano i loro brani. Certo è che non esiste solo questa forma di approccio…bisogna avere forza!

Si parla sempre di crisi del disco, le nuove tecnologie posso aiutare a superare questa crisi? Come?
La crisi del disco ormai è cronica da qualche anno. Si cerca di uscirne in vari modi e uno di queste è l’utilizzo di varie tecnologie, più o meno digitali. Attenti però a non cadere in un calderone di musica liquida. Rick Rubin (uno dei più grandi produttori musicali) ha dichiarato anni fa “i dischi per essere venduti, hanno bisogno di due cose: primo che siano belli, secondo fare passaparola” …beh, sono pienamente in sintonia!

Qual’è la marcia in più delle nuove proposte della musica emergente oggi rispetto a 20 anni fa?
Parlo per il nostro paese, e senza dubbio il supporto dato a un certo tipo di emergenti in questi ultimi anni è venuto attraverso il mezzo televisivo (vedi appunto i talent). Anche perché gruppi e non che arrivano da etichette indie, hanno il live come mezzo di promozione, la tv in genere non è parca con i giovani, a meno che non arrivino da Sanremo e fino ad un certo punto.

Cosa ti colpisce oggi di un emergente?
Di un emergente mi deve colpire la personalità, la volontà oltre naturalmente al contenuto!

Perchè hai deciso di far parte della giuria del Tour Music Fest?
Sono grato all’organizzazione di far parte del Tour Music Fest, per un semplice motivo…dopo tanti anni passati sul campo, amo ancora quello che faccio.

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