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Essere musicalmente originali: Intervista A Andrea Striano speaker di Radio Rock

ESSERE MUSICALMENTE ORIGINALI: INTRVISTA A ANDREA STRIANO SPEAKER DI RADIO ROCK

Speaker di Radio Rock, da vent’anni nel panorama musicale italiano Andrea Striano “il Drago” è una delle voci italiane più autorevoli in materia di Rock e derivati…e non solo.

Cosa ha rappresentato storicamente il rock in Italia e cosa rappresenta oggi?
Sicuramente l’ultimo decennio, ha rappresentato il periodo buio del rock, ma credo che in questo momento ci sia una grossa ripresa, da non sottovalutare l’influenza della crisi economica che stiamo vivendo, che spinge le persone a diventare più selettive e di conseguenza riacutizzare i gusti e le coscienze.

Quali sono le prospettive che si aprono oggi a chi vuole dedicarsi alla musica in modo serio?

Rispetto al passato, le nuov e tecnologie hanno destabilizzato il sistema corporativo delle major, che risultavano un tappo artistico e demoralizzante. Oggi l’autoproduzione è alla portata di tutti, i costi si sono abbassati notevolmente, ma soprattutto il dovere morale delle radio locali e del nuovo fenomeno delle radio web (da non sottovalutare) devono dare lo spazio alle nuove proposte.

Cosa rappresenta per te la musica? Come sei arrivato a farne un lavoro e la tua vita?

La musica, anche se è una frase scontata, ha sempre rappresentato la colonna sonora della mia vita, ho provato più volte a distanziarmene, ma il destino mi ha riavvolto sempre nella dolce coperta del rock. Per farlo diventare anche un lavoro, credo che il segreto sia la passione, che determina sempre una marcia in più. In più la determinazione e l’atteggiamento professionale sono elementi indispensabili, per riuscire, in ciò che si vuole.

Tu anche attraverso Radio Rock ne passi e ascolti tanti. Secondo te quali sono i canali principali per promuoversi?
Credo che oggi giorno la diffusione della rete abbia spodestato il monopolio dei canali tradizionali come tv e radio, anzi i ruoli si sono ribaltati, è la rete che influenza e contamina le loro programmazioni.

Sei docente degli Stage for Band del TMF e lo scorso anno sei stato tra i più apprezzati dai ragazzi. Quali sono i principali consigli che dai?
Tre cose principali: la determinazione, la coerenza del prodotto da offrire e la qualità…senza dimenticare la motivazione principale ovvero il divertimento.

Hai incontrato proposte interessanti durante gli stage Tour Music Fest?

Una percentuale molto alta di qualità di tecnica, forse un po’ meno l’originalità, ma sicuramente le doti personali dei giovani artisti…

Perché hai deciso di collaborare ancora con il Tour Music Fest?
Prima di tutto per la serietà dell’organizzazione, che tende anche a tutelare tutti i partecipanti, la dedizione per affrontare un progetto cosi ambizioso, che oramai è divenuto una vera realtà nel panorama musicale di oggi.

Quali consigli daresti a chi vuole dedicarsi alla musica di qualità oggi?

Non serve arrampicarsi sulle pareti impervie o sulle vie scoscese del tecnicismo fine a se stesso, ma bensì l’originalità e l’intuizione sono sempre a portata di mano…parola del drago… e non dimenticate che il drago vi vede…

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