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BLOG / TMF INTERVISTE

Sacripanti: Ingredienti del Musicista: Talento, Tecnica e Sacrificio.


Siamo con Valter Sacripanti, Batterista tra i più noti di Italia per le sue collaborazioni con Nek, Cristicchi, Bertè, Graziani e molti altri. Esiste per gli strumenti un approccio più tecnico e uno più interpretativo? Come funziona?

Esistono due grandi pianeti di musicisti: quelli che si appoggiano molto sul ragionamento, che hanno ben catalogato i loro studi tecnici e su questi basano il loro stile, e quelli che invece sfruttano la dote naturale e il loro istinto, spesso però a rischio di errore.

Unire queste caratteristiche in un musicista unico è la strada che porta al grande session man, performante, preparato, ma al momento giusto sanguigno, istintivo ed emozionante. Questa è la chiave di volta, su questo bisogna lavorare, ma è una cosa che si acquisisce con lo studio e in confronto.

Quanto è importante saper suonare uno strumento?

Saper suonare uno strumento è fondamentale, a ogni livello, dal musicista dilettante al professionista, dal cantautore all’interprete…avere una buona visione musicale su uno strumento stimola la creatività, ti da sicurezza, ti dà emozioni, ti apre la mente, ti aiuta nella composizione, ti permette di interagire con gli altri musicisti o collaboratori. Anche qui lo scambio è una cosa importante.

La musica è arte, quindi chi suona vive sicuramente alcune cose della vita in modo diverso.

Tu sei docente TMF da molti anni ormai. Quali sono nella didattica i tuoi cavalli di battaglia?

Vedendo tanti appassionati che si avvicinano al mondo della musica attraverso il TMF, ho i miei punti fermi, cioè ho un approccio con i ragazzi (band cantautori, interpreti) molto diretto, schietto, stile TMF insomma, e soprattutto tengo molto a passare la mia esperienza a loro, che saranno il futuro della musica.

Questo mi aiuta molto nel comunicare, cerco di stimolarli e appoggiarli nelle loro scelte, ma anche di essere molto sincero, quando si tratta di esporre i problemi, i difetti, dell’artista che ho davanti in quel momento. Credo che questo è ciò che si aspettano da un professionista, e sopratutto è ciò che avrei voluto io se 30 anni fa avessi partecipato a degli stages così interessanti e ben strutturati.

Quanto è importante nello studio l’autocritica?

L’autocritica è importantissima. La consapevolezza dei propri limiti e delle proprie carenze è fondamentale, altrimenti non si riescono
a cercare e a trovare le strade della crescita. Senza autocritica non c’è crescita.
Chiaramente non si deve cadere nella spirale dell’auto-consacrazione né in quella dell’autodistruzione, basta una sana valutazione. E il confronto.

Cosa hai visto nel TMF dal 2008 a oggi?

Ho visto tante cose belle. Molte entità artistiche, ragazzi con la voglia di fare musica in modo sano, band alternative che cercano nuove strade, persone umili, grandi geni, e tanti sognatori.

La musica non finirà mai, questo è quello che ho visto in questi anni, malgrado la crisi del mercato discografico, malgrado l’egemonia dei format televisivi, The show must go on…

Quali sono le regole per farsi notare all’interno di un contest della grandezza del TMF?

Le regole? non ci sono regole standard, secondo me…Sei un artista, sali sul palco dici le tue cose attraverso la tua musica, e se le tue emozioni passano dal palco a chi ti sta ascoltando, arrivi…se sei artisticamente maturo, pronto, professionale, hai lavorato tanto al tuo progetto…arrivi.

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