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La presenza scenica di un cantante: Intervista a Silvia Gollini

Come migliorare la presenza scenica?

Siamo con Silvia Gollini vocal coach e cantante professionista, docente degli stage del Tour Music Fest per cantautori e interpreti dopo una carriera che le ha permesso di calcare grandi palchi come Festival Bar, Sanremo, Concerto del Primo Maggio e tournee nazionali.

Migliorare la presenza scenica: quanto è importante per un artista prendere l’attenzione del pubblico?

L’attenzione del pubblico è preziosa ma va conquistata. Se partiamo dall’idea di CONDIVIDERE la nostra arte, un cantautore o un interprete che segue questa via, sale sul palco con l’idea di darsi, offrendo la propria performance in maniera onesta come espressione di quello che lui stesso è in quel momento e senza riserve. Di risposta il pubblico rimanda quello che gli arriva a livello emozionale. E’ uno scambio naturale come fra due persone che si stanno conoscendo e l’attenzione del pubblico è istintiva e immediata. In un live la presenza scenica è importantissima per cercare questo contatto.

Cosa significa avere presenza scenica?

Per un cantante, avere presenza scenica significa possedere un grande potere comunicativo, un uso molto efficace ed abile dei propri mezzi espressivi (ognuno i propri) per catturare non solo l’impatto iniziale ma tutta l’attenzione fino alla fine del concerto. Anche un artista sconosciuto, grazie alla presenza scenica, può conquistare letteralmente il pubblico che lo ascolta per la prima volta e ottenere un grande successo.

Come si sviluppa la presenza scenica?

Fatta eccezione per il talento naturale, la presenza scenica può essere acquisita attraverso esercizi mirati a sbloccare tutti quei freni da palcofobia che possono compromettere una buona esibizione. La presenza scenica dovrebbe essere studiata parallelamente alla formazione vocale e in seguito, messa in pratica con l’esperienza sul palco..il prima possibile.

Come esercitarsi per migliorare la presenza scenica?

Bisogna prima acquisire un buon rapporto con il proprio corpo, lavorando sulle inibizioni e tutto ciò che blocca la propria espressività naturale.Il gesto o il movimento non sono altro che l’estensione spontanea della voce e delle emozioni del brano. La vera conquista è riuscire a muoversi esattamente in modo inconscio, non costruito.

Con il Tour Music Fest hai visto tanti interpreti e cantautori da tutta Italia qual è l’errore più frequente?

Pensare che una bella voce basti ad essere “pronti”.

L’immagine spesso viene confusa con “l’esagerazione”. Dove sta il confine?

..se per esagerazione si intende l’esasperazione di un personaggio costruito su un artista, bisogna tener presente che la storia della musica è piena di personaggi estremi del palco, per citarne una del momento: Lady Gaga. L’eccesso in un artista incapace di essere all’altezza del personaggio rischia di trasformarsi in un gesto innaturale e ridicolo, in un tentativo di comunicare che, immediatamente, viene percepito dal pubblico in maniera falsa e quindi fallisce. Durante lultimo stage, scherzando, ho detto: il pubblico, come il cane, ha il sesto senso: sente la paura..cosi’ come sente la sincerità.Anche il gesto piu’ bizzarro se fatto con naturalezza arriverà sulla pelle.

E qual è il confine della coerenza artistica con il proprio progetto musicale?

La coerenza artistica è linsieme di tre componenti: limmagine giusta, un brano benfatto adatto alla propria personalità e una presenza scenica efficace.
Il tutto deve rispecchiare sia il progetto sia lo stile della band o del singolo artista.
L’immagine, come impatto immediato, fa parte anchessa della presenza scenica e non va sottovalutata. Deve essere coerente con la personalità e lo stile scelto, di seguito i movimenti del corpo e le espressioni del viso, durante l’esibizione, prendono vita a seconda delle emozioni del contenuto, della dinamica strumentale e dell’arrangiamento. E così che il nostro messaggio giunge al pubblico senza contraddizioni.

Vuoi farci esempi?

Ho ascoltato voci dotate di straordinario talento ma inserite in progetti che mal si sposavano con le loro personalità artistiche. Il risultato, a livello di presenza scenica, appariva forzato e innaturale. Fortunato il cantautore che può esprimere se stesso in una canzone su misura o l’interprete con l’autore giusto.
Ho visto scelte di immagine che mal combaciavano con lo stile proposto. Ricordo ancora una ragazza salire sul palco con un look estremamente aggressivo e cantare un inedito romantico stile Laura Pausini.

Da tanti anni sei docente agli stage TMF, oltre ad avere un tua scuola di musica. Quali sono i tuoi consigli base?

Uno degli obbiettivi più belli negli stage e nel lavoro quotidiano è quello di riuscire a placare quelle paure che bloccano lo stare bene sul palco: paura del giudizio, paura dell’errore, paura degli occhi del pubblico.
Il consiglio è quello di considerare il grande dono di chi fa parte del mondo della musica, di saper produrre una sostanza ad alto contenuto di adrenalina, preziosissima, che rende l’esperienza sul palco indimenticabile e che regala emozione e distrazione a chi ci ascolta. Vivere il palco è, in assoluto, uno dei momenti piu eccitanti del lavoro di artista.

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