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INTERVISTA A GIAMPAOLO ROSSELLI: DIRETTORE ARTISTICO DEL TOUR MUSIC FEST

Da questa nuova edizione, il nuovo Direttore Artistico del Tour Music Fest è Giampaolo Rosselli, discografico e consulente Sony, talent scout, produttore artistico.

Giampaolo Rosselli ha lavorato con molti grandi artisti quali Lucio Dalla, Antonello Venditti, Giorgia, Luca Carboni, Gigi D’Alessio, Le Vibrazioni, il Nucleo, Simone Cristicchi. Oltre al lavoro “mainstream” Giampaolo Rosselli è un docente e cultore di rock, cosa che lo porta a sviluppare molti progetti anche in ambito più sperimentale e di musica indipendente. Da anni inoltre è consulente per una delle maggiori società di Music Provider, lavorando sullo sviluppo di una visione nuova della possibile fruizione della musica e dei servizi.

Ciao Giampaolo, e complimenti per questa nuova avventura da direttore artistico del Tour Music Fest. Che cosa della tua grande esperienza porterai all’interno del TMF?
Il Tour Music Fest è già stato in passato trampolino di lancio importantissimo per molti artisti che hanno poi calcato palchi come quello del Festival di Sanremo, The Voice, X Factor. Io spero di portare una ventata di mainstream in più, cioè vorrei che gli artisti respirassero la realtà del mercato, è vero che l’arte non si compra o non può essere misurata con il denaro, ma il nostro compito è anche quello di far diventare le speranze delle carriere. Chi vuole fare questo lavoro deve confrontarsi con il mercato italiano, il mio compito sarà essenzialmente questo.
Ma non esiste solo il mainstream, per essere inseriti nel mondo della musica ci sono molte vie e il Tour Music Fest e io lavoreremo su tutte per renderle percorribili ai nostri artisti.

In quest’epoca discografica, musicale e televisiva, un festival come il Tour Music Fest, che da quasi 10 anni supporta la musica emergente italiana e internazionale, ha ancora una forte utilità per gli artisti emergenti?
In questo momento particolare della musica italiana e non solo, un festival come il Tour Music Fest serve eccome. C’è sempre bisogno di una vetrina seria per gli artisti emergenti, oltretutto il TMF non è un semplice festival, ma anche un modo per gli artisti di crescere: i ragazzi parlano direttamente con chi li giudica, dopo l’esibizione sanno precisamente cosa pensiamo noi della loro arte, gli diamo dei consigli, delle idee. Poi chi vuole può partecipare agli incontri con i professionisti del settore, misurarsi con gli altri, insomma, il Tour Music Fest rappresenta per musicisti, cantanti, autori ecc un’esperienza da “dentro il mondo ” della musica che non si ferma alla sola performance sul palco.

Che cosa significa essere Direttore Artistico di un festival come il TMF?
Innanzitutto significa prendere in eredità il lavoro svolto da Alessandro Grande, mio predecessore nel ruolo, quindi una grande responsabilità. Significa continuare su questa strada, cercare sempre di mantenere alto il livello musicale del festival, il livello della giuria di competenza e soddisfare le aspettative degli artisti che partecipano. Ma soprattutto, significa rispettare la musica e rispettare tutti gli artisti.

Negli anni hai visto e vissuto tutte le edizioni del TMF, diventando dal 2016 Direttore Artistico. Perché? Che cosa ti ha spinto con una carriera come la tua, passata al fianco delle grandi major discografiche, a dedicarti così da vicino alla musica emergente?
Onestà: questa è la prima parola che mi viene in mente. Ho partecipato a tantissime edizioni del TMF perché da subito ho trovato uno spirito bello, un rispetto per i partecipanti, un festival votato alla crescita dei musicisti e non fatto solo per i propri interessi, e poi la cosa importante di ogni edizione è che quando finisce si rimane amici con molti dei ragazzi…un modo sincero di vivere questa esperienza. Poi francamente abbiamo tutti una cosa in comune sia i giudici che i partecipanti: viviamo la musica con passione

A proposito…per un addetto ai lavori come te, che ha lanciato artisti come Simone Cristicchi e da anni collabora con realtà come la Sony, qual è il lavoro artistico da svolgere nel 2016 in Italia per la musica emergente?
È un lavoro di pazienza, non è facile far uscire oggi un progetto artistico, ci sono finte scorciatoie come i talent che possono essere utili se gestiti bene oppure la strada è lunga ma va pensata, organizzata e percorsa con attenzione e dedizione. Oggi bisogna essere artisti a 360 gradi, c’è internet che da molte chances ma non perdona i passi falsi, non serve quantità ma una grande qualità che va costruita passo dopo passo.

Grazie Giampaolo ti auguriamo il meglio per questa tua nuova avventura!

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