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L’ANDAMENTO DELLA MUSICA ITALIANA:INTERVISTA A BONELLI ORGANIZZATORE DEL PRIMO MAGGIO

Siamo con Massimo Bonelli, membro della commissione Tour Music Fest e Ceo di iCompany, società di produzione, distribuzione, edizioni musicali e organizzazione di eventi che, insieme a Ruvido Produzioni di Carlo Gavaudan, organizza il “Concertone” del primo maggio che come ogni anno si terrà a Piazza San Giovanni.

Sono ormai più di 15 anni che lavori nel mondo della musica e specialmente nella scena Indie, nella World Music e nella scena Cantautorale Italiana. In questi 15 anni a quali evoluzioni musicali hai assistito?

Negli ultimi 15/20 anni le cose sono cambiate molto in fretta. Si è passati dal boom del mercato discografico (fine anni novanta, primi anni zero) al crollo totale (almeno apparentemente) del settore.
L’esplosione di internet ha completamente cambiato il nostro modo di vivere e con esso anche il modo in cui ci nutriamo di musica. Grazie al web tutto si muove e si evolve molto più velocemente che in passato e non sempre chi fa il mio mestiere è riuscito, negli anni, ad interpretare fino in fondo i cambiamenti in atto ed a gestirli.
Personalmente ritengo che la crisi del settore rappresenti oggi una importante opportunità per chi vive di musica, per chi fa il mio mestiere, per chi suona o compone. E’ infatti l’occasione ideale per provare a cambiare strategie, per sperimentare nuovi modi di fare le cose, per sganciarsi dalla routine di una mitologia della “discografia che ormai non esiste più”. Insomma, credo che oggi ci sia davvero spazio per chi ha idee, talento e coraggio.

30 anni fa, la musica Italiana sfornava artisti che poi hanno cambiato le dinamiche musicali del nostro paese, da Vasco Rossi a Lucio Dalla, da De Andrè a De Gregori e così via. Sembra che a oggi non ci sia stato ancora un ricambio generazionale. Cosa è cambiato secondo te nella produzione musicale Italiana?

Credo che questa sia la vera grande nota dolente della scena musicale italiana. Capita infatti sempre più di rado di ascoltare qualcosa di davvero nuovo ed interessante ed ho la sensazione che la cosa stia gradualmente peggiorando col passare del tempo.

Probabilmente questo stato di cose è dovuto alla sempre maggiore consapevolezza dei potenziali artisti che, vedendo come vanno le cose e nella speranza sempre più utopica di poter emergere, sono più o meno inconsciamente indirizzati verso una scrittura “immediata”, che possa cioè arrivare più facilmente al pubblico. Del resto i maggiori spazi di visibilità per la musica su scala nazionale (tv e radio su tutti) hanno da tempo imposto questo tipo di linguaggio: le canzoni devono durare non più di 3 minuti, essere a presa rapida, non spaventare il pubblico che potrebbe cambiare canale. Chi scrive musica o chi sogna di fare carriera in questo settore credo venga inevitabilmente condizionato da questo tipo di logica che osserva e conosce.

Eppure le persone che vorrebbero fare il mestiere del cantante o del musicista sono aumentate, i Talent Show e una maggiore facilità di comunicare tramite i social hanno sicuramente contribuito, secondo te quali sono le prospettive da adesso fino ai prossimi 10 anni d i musica?

Non ho nulla contro i Talent Show, ma credo che si tratti di altra tipologia merceologica. Per quanto possa sembrare incomprensibile quello che sto per scrivere, nei Talent la musica è solo un elemento di contorno, è tappezzeria. Parliamo di potenti macchine produttrici di spettacoli televisivi; i talent sono come dei moderni “varietà” oserei dire. La musica c’è ed è presentata come protagonista del programma, ma in realtà è una musica che deve accompagnare il telespettatore, lo deve intrattenere, divertire e non deve impegnarlo più di tanto. Il linguaggio della “musica che ambisce a restare nelle orecchie per decenni” è assolutamente un altro e al momento per questo tipo di musica non esistono veri spazi di visibilità in ambito televisivo e radiofonico.
Quando mi viene qualche dubbio sul concetto che ho appena espresso, mi basta immaginare i Dalla, i De Gregori, i De Andrè o i Vasco ventenni nelle vesti di potenziali concorrenti di un Talent…e il dubbio mi passa in un attimo.
Per il futuro credo vada innescata una piccola ma significativa rivoluzione nella scena musicale italiana. Forse qualcuno sta già muovendo i primi passi in tal senso, ma è ancora presto per capire se ci sarà davvero un cambio di passo che possa migliorare la produzione musicale italiana.

Collabori con il Tour Music Fest da quasi 10 anni e anche quest’anno sarai nella commissione artistica. Cosa ti ha spinto a rimanere collegato con la nostra manifestazione?
il TMF è una delle più accreditate e credibili piattaforme attraverso le quali ricercare e dare spazio agli artisti ” diversi” di cui parlavo prima. E’ infatti un evento slegato da logiche di audience Tv e da strette esigenze di mercato. il TMF ha una capillarità nazionale territoriale davvero unica ed è quindi una vera e concreta possibilità, per chi fa il mio mestiere, di scovare qualcosa di interessante su cui magari puntare per il futuro.

Ogni anno al TMF partecipano migliaia di cantanti, musicisti e rapper che inseguono il loro sogno. Con l’esperienza che hai accumulato cosa ti senti di consigliare agli attuali protagonisti della scena musicale emergente italiana?

se c’è una cosa che credo di aver capito in questi anni di lavoro sul campo è che, nella musica e nell’arte in genere, ciò che non deve mancare ad un artista è la personalità.
Credo sia sempre più importante ed imprescindibile far emergere nella propria produzione musicale un carattere definito, una cifra stilistica in grado di rendere riconoscibile l’artista, un’identità forte che magari divida e appassioni il pubblico. L’acqua tiepida nella musica non ha mai pagato ed oggi può regalarti non più di un paio di stagioni di gloria…poi si finisce nel dimenticatoio.
insomma, credo che oggi più che mai per un nuovo artista sia importante osare, sperimentare e spiazzare.

Futuri progetti di iCompany? Cosa bolle in pentola?

Davvero tanti progetti, tante sfide, un paio di utopie assolute e molti percorsi possibili tra i quali scegliere nei prossimi mesi.
Come direbbe il nostro presidente di giuria: “lo scopriremo solo vivendo” 🙂

Grazie Massimo ci vediamo al TMF e in bocca al lupo per il Concertone del Primo Maggio!!!

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